Ci vorranno anni prima di conoscere i rischi per la salute derivanti da un uso sul lungo termine delle sigarette elettroniche e del tabacco riscaldato, e che permetteranno di stabilire se il loro uso comporta meno danni del fumo da sigaretta. Tuttavia, una cosa è chiara: entrambi questi dispositivi non generano “vapore acqueo”. Le emissioni contengono sostanze tossiche e pericolose per la salute; pertanto, se da una parte bisogna disincentivare l’iniziazione a tali prodotti tra i giovani, dall’altra bisogna evitare l’esposizione passiva alle loro emissioni delle persone che non ne fanno uso.
Divieto di uso dei nuovi prodotti del tabacco nel luoghi pubblici
Oggi le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato, non essendo considerate alla pari della sigaretta tradizionale, possono in teoria essere utilizzate anche al chiuso in alcuni posti pubblici che sono smoke free (es. ristorante, su alcuni mezzi di trasporto, luoghi di lavoro, se non espressamente indicato). Oltre al rischio di normalizzare di nuovo l’abitudine di fumare al chiuso, non va tralasciato che la nicotina e altre sostanze chimiche contenute nelle emissioni di questi prodotti possono essere inalate anche da chi non le utilizza. Pertanto, come per la sigaretta, al fine di tutelare il diritto alla salute dei non “fumatori”, in modo particolare di bambini e donne incinte, non deve essere possibile usare i dispositivi a tabacco riscaldato e/o sigarette elettroniche nei luoghi confinati e aperti al pubblico.
Estendere il divieto di pubblicità ai nuovi prodotti del tabacco
La propaganda pubblicitaria di qualsiasi prodotto da fumo, nazionale o estera è vietata dalla normativa, senza fare distinzioni tra pubblicità diretta e indiretta. Eppure, le sigarette
elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato sono largamente promossi ai giovani attraverso i social media, ma anche in occasione di eventi culturali (es. concerti nelle città italiane, Salone del mobile di Milano) o sportivi (es. internazionali di tennis Roma, Gran Premio di Formula 1) e per le strade delle città attraverso enormi cartelloni pubblicitari. Inoltre, in tv, sembra riemerge la tendenza a mostrare, anche in programmi TV destinati a un target giovanile, persone (anche giovani) riprese mentre fumano o usano i nuovi dispositivi, con il rischio di presentare, come positivi, modelli d:i comportamento legati a questi prodotti.
La regolamentazione della pubblicità è uno strumento efficace nell’azione di contrasto al fumo, per questo chiediamo che:
A) i divieti pubblicità vigenti per il fumo si estendano in maniera esplicita anche alle sigarette elettroniche e ai prodotti a tabacco riscaldato. Non solo, chiediamo anche che
B) le vecchie leggi sul fumo vengano aggiornate per contemplare anche il divieto di pubblicità attraverso i nuovi media, i social media che essendo relativamente recenti, non rientrano tra i divieti.
Perché le regole valide per il fumo non valgono anche per questi prodotti?
La promozione delle sigarette elettroniche in TV, sui servizi della società dell’informazione, sulla stampa e altre pubblicazioni stampate, via radio è vietata dalla legge, attraverso il decreto legislativo 12 gennaio 2016, n. 6. Tuttavia, deve essere chiarito che tale divieto deve essere applicato sia al dispositivo elettronico che ai liquidi/ ricarica per le sigarette elettroniche. Per quanto riguarda il tabacco riscaldato, essendo un prodotto del tabacco, deve attenersi a tutti i divieti validi per la sigaretta classica. Anche in questo caso il divieto di promozione deve essere applicato sia agli stick che al dispositivo, che è stato progettato con la sola finalità di riscaldare
tabacco.