Le sigarette elettroniche e i dispositivi del tabacco riscaldato sono dispositivi elettronici, relativamente recenti, che permettono di inalare nicotina in forma di aerosol. Si tratta di due tipologie di prodotti diversi tra loro ma accomunati da una caratteristica che li distingue dalla sigaretta tradizionale: non bruciano il tabacco. Su questo fanno leva le aziende che li producono per presentarli come alternative meno dannose al fumo.

Sigarette elettroniche con nicotina (es. Blu, Vuse, Veev, PUFF ecc.)

Permettono di riscaldare un liquido a base di nicotina (in quantità variabile tra 6 e 20 mg/ml), di acqua, glicole propilenico, glicerolo e aromi, e di generare un aerosol che
contiene oltre alla nicotina, altre sostanze tossiche. Sono disponibili in formato ricaricabile o usa e getta. Si tratta di una classe di prodotti in continua evoluzione, che varia per
caratteristiche che vanno dal design del dispositivo, alla potenza della batteria fino alla composizione dei liquidi di ricarica. Questa enorme varietà presente sul mercato fa sì
che la composizione dell’aerosol generato a seguito del riscaldamento vari in termini di tipo di sostanze tossiche presenti e di loro concentrazioni. In commercio sono presenti anche liquidi senza nicotina, ma sono poco utilizzati.

Prodotti a tabacco riscaldato (es. IQOS, Glo, Ploom ecc)

Dall’ inglese “heated tobacco product”, permettono di riscaldare uno stick di tabacco, simile a una sigarettina, a una temperatura intorno ai 350 °C (rispetto ai 900 °C della
sigaretta tradizionale) e di generare un aerosol che contiene una quantità di nicotina simile a quella della sigaretta classica e altre sostanze tossiche presenti nel fumo, sebbene in
quantità inferiori (stando a quanto emerge dagli studi delle aziende che li producono).

La propaganda dei produttori e il punto di vista della salute

I produttori di sigarette elettroniche e prodotti del tabacco riscaldato sostengono che, in assenza della combustione, l’inalazione di nicotina in forma di aerosol sia più sicura o “meno dannosa” rispetto alla sigaretta tradizionale e permetterà un giorno di avere un mondo senza fumo. Oggi però questo “minor danno” rispetto al fumo è ancora da dimostrare. Né fino ad ora sembra stiano contribuendo in modo chiaro ad un mondo senza fumo: per dire la verità sembra invece stiano abituando al fumo (seppur in forma diversa) e alla dipendenza da nicotina intere nuove generazioni, annullando anni di sforzi di lotta al fumo.
Essendo prodotti relativamente “recenti” mancano infatti dati sulla sicurezza sul lungo periodo.
Se pensiamo al fumo tradizionale ci sono volute decine di anni prima di identificare e quantificarne i danni correlati, e per questo motivo anche per questi prodotti bisognerà
aspettare anni prima di poter affermare che si tratti di alternative più sicure della sigaretta tradizionale. Anzi, ciò che sta emergendo è che si tratta di prodotti non privi di rischi per la salute. L’aerosol generato da questi dispositivi contiene diverse sostanze potenzialmente tossiche e cancerogene, che possono mettere a rischio la salute. Ad esempio, nel caso del tabacco riscaldato, anche senza produrre combustione, il riscaldamento a 350°C attiva un processo chiamato “pirolisi” che libera diverse sostanze cancerogene per l’uomo.

Fonte

Altroconsumo – Tobaccoendgame. I PRIVILEGI FISCALI CHE POSSONO NUOCERE ALLA SALUTE