Il prezzo medio delle sigarette in Italia è la metà di quello praticato in Irlanda, Francia, Regno Unito

Prezzo medio ponderato di 1000 sigarette (Unne Europea, 2021)

Secondo i dati 2021 della Commissione Europea, il prezzo di un kilogrammo convenzionale (equivalente a 1000 sigarette tradizionali), in Italia, è pari a € 250,0.
Il prezzo medio di un pacchetto di sigarette è di 5,16 euro, meno della metà di quanto costa in Irlanda e in Francia. In quello stesso anno, nel Regno Unito, il prezzo medio di un pacchetto di sigarette, espresso in euro, era pari a € 13,56, e avrebbe oltrepassato i 14 euro nel 2022.
Che cosa succede quando aumentano i prezzi delle sigarette?

L’aumento del prezzo fa bene alla Salute

Un aumento del prezzo dei prodotti del tabacco si ha quando aumenta la tassazione, in particolare se ad aumentare è una componente delle imposte detta “accisa specifica”.
Come conseguenza dell’aumento dei prezzi, il consumo di sigarette si riduce, soprattutto tra giovani e le persone meno abbienti.
È dimostrato che un aumento delle tasse provoca una riduzione sia dei consumi che della prevalenza di fumatori (leggi qui per sapere come funziona la tassazione dei tabacchi).

L’aumento del prezzo fa bene all’Erario

L’aumento delle tasse sulle sigarette, oltre a far lievitare i prezzi delle sigarette riducendone i consumi, fa aumentare anche le entrate fiscali, contrariamente a quanto molti pensano. Come si spiega questo apparente paradosso?
Bisogna tener presente che la riduzione dei consumi non è della stessa entità dell’aumento del prezzo. In paesi come l’Italia, un aumento del prezzo del 10% provocherebbe una riduzione dei consumi del 4% .
Ad esempio, se il pacchetto medio, invece di 5 euro, costasse 10 euro, la prevalenza di fumatori si ridurrebbe dal 19% (dati Istat 2021) al 15,2%. E, per quanto riguarda gli introiti fiscali, essi sarebbero maggiori di quelli attuali.
In casi del genere, gli economisti parlano di una scarsa elasticità della domanda rispetto all’aumento di prezzo. E’ un fenomeno tipico dei prodotti che danno dipendenza (leggi qui per sapere di più).

In Italia, la tassazione è bassa

Accisa specifica ed altre tasse (accisa ad valorem + IVA) nei paesi dell’Unione Europea (2021)

Oltre all’IVA, la tassazione delle sigarette si basa sull’accisa che ha due componenti:
1. La componente specifica o fissa, che è calcolata per unità di prodotto; (in Italia, nel 2021, era pari a €22,09 per Kg convenzionale, equivalente a 1000 sigarette tradizionali).
2. La componente ad valorem che varia in base al prezzo; (in Italia, nel 2021, era pari al 51,24% del prezzo di vendita al dettaglio, tasse incluse).
La figura a fianco mostra, l’entità dell’accisa per 1000 sigarette.
Si può osservare che l’Italia è al decimo posto per imposizione fiscale sulle sigarette con € 258 per chilogrammo (equivalente a 1000 sigarette).
Per la stessa quantità, l’imposizione fiscale in Francia è quasi il doppio (€ 485) e in Irlanda è più del doppio (€ 640), per non parlare di paesi europei come Regno Unito e Norvegia, o extraeuropei come l’Australia.

La tassazione è sbilanciata

La figura a fianco evidenzia in rosso i valori della componente specifica che, in Italia, Spagna e Lussemburgo, è al livello più basso tra tutti i paesi dell’Unione Europea mentre i valori della componente ad valorem, sono più elevati.
(Leggi qui per conoscere la posizione della Banca Mondiale sulla struttura delle tasse sul tabacco)

Il gettito fiscale è deludente

Gettito Fiscale nei paesi dell’Unione Europea per 1000 sigarette (2021)

Con questi livelli di tassazione, il gettito fiscale dell’Italia non poteva che essere molto più basso di quello di paesi a noi paragonabili.
Ad esempio, mentre, nel 2021) in Italia il gettito è stato pari a €154 per chilogrammo convenzionale (equivalente a 1000 sigarette), in Irlanda è stato quasi il triplo (€ 420) e in Francia più del doppio (€ 330).
Incredibile, infine, il primato negativo raggiunto dall’Italia in Unione Europea nel 2021 per quanto riguarda il gettito prodotto dalla accisa specifica.
Da questa tassa l’Italia ricava solo € 22 per chilogrammo convenzionale (9% del prezzo), mentre Paesi che hanno una struttura della tassazione più equilibrata, in cui l’accisa specifica costituisce più della metà della tassazione, hanno ricavato € 154 (Svezia), € 233 (Danimarca), € 356 (Irlanda).

Conclusione

Un regime a tassazione elevata dei prodotti del tabacco, serve sia a ridurre la loro accessibilità, migliorando la salute, sia a produrre un gettito fiscale che possa compensare le esternalità negative, cioè i danni arrecati dal tabacco.
La attuale tassazione delle sigarette in Italia risulta inefficiente perché basata su un valore dell’accisa specifica che è uno dei più bassi, se non il più basso, tra i paesi dell’Unione Europea.
E’ possibile ottenere entrate fiscali più giuste e consistenti e migliorare salute della popolazione, riequilibrando le aliquote fiscali sul modello adottato da diversi paesi del nord Europa, e non solo, basato su un’accisa specifica che è da 4 volte (Germania) fino a 16 volte (Irlanda e Regno Unito) quella italiana.

Fonte

EUROPEAN COMMISSION DIRECTORATE-GENERAL TAXATION AND CUSTOMS UNION. Indirect Taxation and Tax administration. Indirect taxes other than VAT. EXCISE DUTY TABLES Part III – Manufactured Tobacco