Ma il Governo fa orecchie da mercante

La Fondazione Veronesi ha organizzato al Senato un incontro, a cui hanno partecipato membri del Parlamento di diversa appartenenza politica e il Sottosegretario alla salute Gemmato, per avanzare al Governo la richiesta di aumentare le accise sui tabacchi di 5 euro al pacchetto.
Una proposta simile è stata fatta dalla campagna “Sostenere il Servizio Sanitario”, lanciata dall’Associazione Italiana degli Oncologi Medici (AIOM) e dalla rivista Panorama della Sanità. con l’adesione dell’Istituto Mario Negri, dell’AIRC, dell’Ordine dei Medici di Roma e di varie altre associazioni del settore sanitario. Nell’ambito della campagna è stato organizzato presso il Senato un incontro in cui è stato rivolto un forte appello al Governo affinché decida di aumentare di 5 euro al pacchetto le accise sui prodotti del tabacco destinando le maggiori entrate a finanziare il Servizio Sanitario. L’incontro è stato presieduto dalla Sen. Catsellone, vicepresidente del Senato.

Il governo è rimasto sordo alla richiesta. Il Parlamento farà qualcosa?

La Manovra Finanziaria 2025, predisposta dal Governo e ora all’esame del Parlamento, non prevede alcuna misura relativa alla tassazione dei prodotti del tabacco, neanche l’eliminazione dell’odioso privilegio fiscale per le sigarette elettroniche e i prodotti a base di tabacco riscaldato. Un privilegio, ricordiamolo, che genera per l’industria un profitto annuo superiore a un miliardo di euro. Sarà interessante vedere se il Parlamento vorrà proporre delle misure in tal senso.

1) In Italia, le sigarette costano meno che nei paesi con tenore di vita simile

In Italia un pacchetto di sigarette costa circa la metà di quanto costa in Francia e nel Regno Unito. (vedere la figura sotto).

Prezzo medio delle sigarette nei paesi UE (2022)

2) La tassa sui tabacchi riduce il consumo e migliora la salute

L”aumento dell’accisa specifica fa aumentare il prezzo dei prodotti del tabacco che diventano meno attraenti ed accessibili. La Banca Mondiale stima che un aumento dell’1% del prezzo determini una riduzione dei consumi dello 0,4%.
Applicando questi parametri all’Italia, si può prevedere che l’aumento di un euro del prezzo delle sigarette e degli altri prodotti del tabacco provocherebbe una diminuzione dei consumi dell’8%.
Un aumento di 5 euro, come quello richiesto, sarebbe in grado di ridurre ancora di più i consumi e, le malattie correlate al fumo allungando l’aspettativa di vita in buona salute.

3) La tassa genera maggiori entrate per lo Stato

L’aumento di un solo euro al pacchetto farebbe aumentare gli introiti dello Stato di oltre un miliardo di euro all’anno.

4) Le maggiori entrate potrebbero sostenere il Servizio Sanitario Nazionale che è pericolosamente sottofinanziato

Nel 2023, la spesa pubblica per il SSN in Italia è stata di 130.862 miliardi, corrispondenti al 74% della spesa sanitaria totale. Tale spesa rappresenta il 6,2% del PIL, un valore inferiore alla media europea che è pari al 6,8%.

Se si prende in esame la spesa sanitaria pro capite, il parametro che si usa per valutare le differenze della spesa tra i vari paesi, si può vedere che la spesa dell’Italia si sta pericolosamente allontanando dalla spesa media dei paesi europei. Nel 2023, la spesa pro capite è stata inferiore a quella media dei paesi europei dell’area OCSE di ben 625 dollari per cittadino (vedere la figura sotto). Il confronto sarebbe più deprimente se fosse fatto con paesi come Germania, Francia e Regno Unito.

Trend della spesa sanitaria pubblica pro-capite nei paesi europei dell’area OCSE e in Italia
(Rapporto Gimbe 2024 Fig. 3.19)

Mentre l’inflazione erode il valore del finanziamento, in Italia la spesa sanitaria è rimasta praticamente invariata negli ultimi anni.

5) Mentre la salute arranca, l’industria della dipendenza ingrassa

Il Corriere della Sera del 24 Ottobre 2024 ha pubblicato l’articolo intitolato: “Il ritorno di Big Tobacco” in cui si riferisce che, presso la Borsa di New York, la capitalizzazione di Philip Morris ha raggiunto i 204 miliardi di dollari. Nell’ultimo anno, le sue azioni hanno registrato un aumento superiore al 44%, grazie a risultati di bilancio che hanno superato le aspettative.
Fra gennaio e settembre, i ricavi sono stati di circa 10 miliardi di dollari, di cui 3,7 miliardi di profitto. Le vendite di sigarette sono stabili e rappresentano i due terzi dei ricavi, mentre quelle di prodotti a tabacco riscaldato (Iqos) e delle bustine di nicotina (Zyn) hanno avuto un incremento esponenziale.

In conclusione

E’ necessario riflettere sui dati di fatto sopra riportati. Essi mostrano che:
1) In Italia, i prodotti del tabacco costano meno dei paesi con cui di solito ci confrontiamo
2) Grandi benefici alla salute degli Italiani deriverebbero dall’aumento dei prezzi dei prodotto del tabacco
3) L’aumento della tasse sul tabacco farebbe aumentare le entrate dello Stato, contrariamente a quanto suggerisce il senso comune,
4) Il nostro Servizio Sanitario è realmente sottofinanziato ed in pericolo. Le maggiori entrate derivanti da una politica di aumenti della tassazione sui tabacchi possono sostenerlo.
5) Mentre la salute e il Servizio Sanitario soffrono, un’industria, quella del tabacco, il cui business si basa sul rendere dipendenti i consumatori, prospera.

Per questi motivi ci uniamo all’appello per un consistente aumento della aliquota fiscale sui tabacchi

Fonti

Leggi: Tasse sul tabacco: 5 cose da sapere!

GIMBE. 7° Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale 2024

Tobaccoendgame,it Limiti della tassazione sulle sigarette in Italia