Il 27 Settembre 2019 il Comitato ha espresso la propria preoccupazione per il fatto che a tanti anni dal suo precedente parere sul tabagismo del 2003, la mortalità e morbilità correlate all’uso di tabacco sono aumentate, anziché diminuite, e sono apparse insufficienti le azioni di prevenzione.
Nel contempo, l’industria del tabacco ha cominciato a promuovere le nuove sigarette a tabacco riscaldato che, assieme alle sigarette elettroniche, sono reclamizzate come se fossero prodotti innocui, anche se rilasciano comunque composti tossici, risultando nocive per il consumatore e per i terzi.
Non è ancora chiaro se l’uso dei prodotti di nuova generazione aiuti a smettere di fumare, ma è possibile constatare che la maggior parte dei consumatori di sigarette elettroniche le usa alternandole alle sigarette tradizionali. Infine nei prodotti di nuova generazione, sebbene non si raggiunga la combustione, è comunque presente la nicotina, cioè la sostanza che causa e mantiene la dipendenza.

Il Comitato, pertanto, richiama nuovamente l’attenzione della società sulle conseguenze negative sull’individuo e ribadisce che allo Stato compete il compito di tutelare insieme i singoli e la collettività, nel rispetto dei diritti fondamentali della persona.
Con questa mozione il Comitato ricorda al Governo e al Parlamento la necessità di portare avanti azioni per disincentivare l’uso del tabacco:

  1. Promuovere una informazione corretta sui pericoli dell’uso del tabacco per sé e per gli altri ed aumentare il numero di centri anti-tabagismo.
  2. Un aumento del prezzo delle sigarette e altri tabacchi, tramite aumento delle accise, comporta una riduzione dei consumi di questi prodotti e dell’iniziazione al fumo nei giovani, con un aumento anche del gettito fiscale. È importante, però, che non vi siano differenze significative di prezzo tra diversi tipi di tabacco che spingerebbero i fumatori a consumare il prodotto più economico. Lo stesso tipo di politiche fiscali dovrebbe essere attuate anche per le sigarette elettroniche e a tabacco riscaldato.
  3. Per evitare i gravi danni cagionati dal fumo passivo, bisogna estendere i divieti di fumo a luoghi esterni, dove si ritrovano anche bambini e donne in gravidanza, quali ad esempio: giardini pubblici, luoghi di spettacolo all’aperto, spiagge attrezzate, stadi, campi sportivi, ristoranti all’aperto.
  4. Informare gli utenti che il beneficio di svezzamento promesso dalle sigarette elettroniche non trova solide prove scientifiche e che il loro uso non è senza ischi per il fumatore e per chi gli sta accanto. Pertanto, i divieti di fumo nei luoghi pubblici dovrebbero essere estesi anche alle sigarette a tabacco riscaldato e alle sigarette elettroniche.
  5. Sollecitare un comportamento consapevole e responsabile da parte degli utenti e da parte dei comuni, degli amministratori locali, dei datori di lavoro per evitare l’abbandono dei mozziconi per strada, sulle spiagge ecc.
  6. Inibire ogni forma di pubblicità anche occulta dei prodotti e dei marchi riferibili al tabacco o alle sigarette elettroniche, inclusa l’accettazione di sponsorizzazioni da parte dei produttori di tabacco anche a fondazioni politiche o istituti di ricerca.
  7. Incrementare la ricerca svincolata da condizionamenti di parte, al fine di una migliore conoscenza dei lati poco conosciuti del tabagismo, come i meccanismi della dipendenza, e degli strumenti di prevenzione primaria.
  8. Prevedere il rimborso dei farmaci per il trattamento del tabagismo e maggiori risorse per la cura della dipendenza.

Leggi la mozione del Comitato Nazionale per la Bioetica contro il tabagismo del 27 Settembre 2019
Leggi il parere del Comitato Nazionale per la Bioetica: Il Tabagismo del 21 Marzo 2003

Abstract del parere: Il Tabagismo

Il Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB) ritiene che il tabagismo – definito come una tossicofilia contraddistinta da un elevato grado di dipendenza – per estensione, gravità e costo sociale, oltre che per la forza degli interessi in gioco, costituisce uno dei grandi problemi della società moderna con risvolti non solo etici, sanitari e sociali, ma anche economici ed occupazionali.
Sul piano bioetico, il CNB focalizza la propria attenzione sul ‘bene salute’ che rientra tra i diritti fondamentali della persona umana e come tale garantito dalla Costituzione italiana. La salute è chiamata in causa nel duplice aspetto della salute del fumatore e di quella del non fumatore; ma è ugualmente coinvolto il principio di autonomia e il limite da individuare alla insindacabilità di scelte di vita individuali e consapevoli.
Dal punto di vista giuridico, il CNB prende atto che fumare è attualmente una scelta consentita, che non può essere proibita – salvo per i minori – e da cui non può discendere una riduzione dell’assistenza sanitaria cui ha diritto ogni persona. Tuttavia, i danni del tabagismo impongono all’intera collettività costi umani ed economici altissimi. Risorse sottratte al soddisfacimento di altri bisogni, impellenti e legittimi.

E’ quindi parere del CNB che la collettività può giustamente sollecitare soluzioni che tengano conto dell’interesse non solo dei fumatori, ma di tutti i cittadini.
Il CNB ritiene eticamente riprovevole che lo Stato tragga profitto dalla commercializzazione del tabacco e – per contro – necessario l’impegno pubblico nella lotta al tabagismo col coinvolgimento di tutta la società civile, con particolare riguardo ai medici, ai farmacisti e al personale sanitario in genere.
Più specificamente, gli Stati dovrebbero: investire nella prevenzione attraverso la promozione di un’informazione corretta sui pericoli del tabagismo, rivolta soprattutto ai giovani; limitare i danni del tabagismo ricorrendo a mirate strategie di comunicazione dissuasiva e rendendo più incisive le misure volte a proteggere dal fumo passivo; approfondire i lati poco conosciuti del tabagismo come i meccanismi della dipendenza; favorire la conversione del settore; vietare ogni tipo di pubblicità di prodotti e/o marchi riferibili al fumo. Il CNB auspica, inoltre, che si applichino alle ricerche connesse al tabagismo le medesime regole etiche che valgono per la ricerca biomedica in generale. Il CNB sottolinea, infine, l’importanza dell’impegno per la disassuefazione, perché la dipendenza limita la libertà individuale e costituisce il principale ostacolo alla lotta contro il tabagismo.
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