Una lettera a Lancet. Fondazione finanziata da Philip Morris: documentazione fiscale mette in luce la destinazione dei finanziamenti

A settembre 2017, Philip Morris International, una delle più grandi compagnie di tabacco del mondo, ha creato la “Foundation for a Smoke-Free World” (Fondazione per un mondo senza fumo), con una dotazione di quasi 1 miliardo di dollari, in 12 anni.  La Fondazione sostiene di essere un organismo scientifico indipendente per accelerare la fine del fumo. Ma, sin dall’inizio la dichiarata indipendenza della Fondazione è stata accolta con scetticismo, anche per la scarsità di informazioni riguardanti la ricerca finanziata dalla Fondazione.
Gli autori della lettera al Lancet hanno analizzato la dichiarazione fiscale presentata dalla Fondazione per il 2018, mostrando che è difficile sostenere che essa sia indipendente o che le sue finalità siano primariamente scientifiche.

La Fondazione è ancora finanziata unicamente da Philip Morris International. Anche se la Fondazione aveva dichiarato di volersi basare anche da finanziamenti non Philip Morris, in realtà non è stata in grado di ottenere finanziamenti da altri donatori.

Più soldi spesi per pubbliche relazioni che per la ricerca.
Degli $80 milioni ricevuti da Philip Morris International nel 2018, la Fondazione ha speso $6,5 milioni in assegni di ricerca, $ 7,6 milioni in attività di comunicazione, per la maggior parte svolte da organizzazioni di pubbliche relazioni e $ 7,03 milioni in spese per il personale. Inoltre 47,5 milioni di dollari non sono stati spesi.

La Fondazione afferma di essere indipendente, ma ha stipulato accordi con organizzazioni i cui legami con l’industria del tabacco sono di vecchia data. Nel 2018, ha speso $5,2 milioni per Ogilvy Public Relations Worldwide e altri $665,000 con Mercury Public Affairs. Ogilvy lavora da decenni con i giganti del tabacco, sia per promuovere il tabacco che per occultarne i danni, e ha lavorato nell’attività di lobby a favore di Altria (la società madre americana di Philip Morris in USA).

Le spese per la ricerca.
I Piani della Fondazione prevedevano il finanziamento di centri di eccellenza come hub per la ricerca sul controllo del tabacco e la riduzione del danno.  Nella dichiarazione fiscale sono menzionati diversi centri di imminente costituzione (oltre a quello già esistente in Nuova Zelanda): Il Center of Excellence for the Acceleration of Harm Reduction (CoEHAR) dell’Università di Catania, il cui fondatore e direttore, Riccardo Polosa, in precedenza ha accettato da Philip Morris una sovvenzione di circa 1 milione di euro per indagare sui suoi prodotti, il Centre for Substance Use Research a Glasgow (CSUR), guidato da Neil McKeganey, che negli ultimi anni ha ricevuto finanziamenti da Philip Morris International e da altri attori del settore del tabacco.
Data la lunga storia dell’industria nell’utilizzo di società di pubbliche relazioni e di scienziati esterni per manipolare la ricerca, i collegamenti della Fondazione con questi organismi fanno sorgere serie preoccupazioni sulla validità dei messaggi scientifici provenienti dalla Fondazione.

Difficoltà a reclutare scienziati indipendenti e mancanza di altri donatori
Nel complesso, i risultati dell’analisi suggeriscono che la Fondazione è in serie difficoltà: sforzi per reclutare ricercatori indipendenti e investire le sue risorse in campi diversi dalle pubbliche relazioni, nessun altro finanziatore (ad esempio Bloomberg Philanthropy e la Bill & Melinda Gates Foundation hanno rifiutato pubblicamente) e, infine, nei primi 2 anni di attività, diversi membri chiave dello staff hanno abbandonato la Fondazione.

Come le Compagnie del Tabacco potrebbero finanziare la ricerca indipendente Gli autori della lettera ritengono che i richiami dell’OMS e della comunità della sanità pubblica a rifiutare la collaborazione con la Fondazione abbiano avuto successo e che vadano rafforzati. Una scienza solida è effettivamente necessaria per ridurre i danni causati dal tabacco, ma questa scienza deve essere indipendente dall’industria del tabacco. L’unico modo appropriato per utilizzare i fondi è di farlo per vie legali, come suggerito da Cohen e colleghi, attraverso contributi obbligatori finalizzati alla ricerca. Se Philip Morris International è davvero impegnata a ridurre i danni al tabacco attraverso una ricerca solida, sicuramente non sarà contraria a tale approccio.

Sull’indipendenza della ricerca scientifica dall’industria del tabacco, leggi:
Lettera aperta al Ministro della Salute
Comunicato del Prof. S. Garattini e del Dottor S. Gallus (IRCCS Mario Negri) 
Un incontro che sa di lobby del tabacco, in Senato