Il 29 Giugno 2022, la Commissione Europea, avvalendosi della delega ricevuta dal Parlamento e dagli Stati Europei, ha emanato la Direttiva 2022/2010 per revocare alcune esenzioni per i prodotti a tabacco riscaldato previste dalla Direttiva 2014/40/UE recepita in Italia con il Decreto Lgs. n. 6 del 12 gennaio 2016. Negli stati membri della UE, i prodotti a tabacco riscaldato non potranno avere aromi caratterizzanti e le confezioni dovranno riportare non solo l’avvertenza per la salute come ora, ma anche quella grafica come le sigarette.
Le esenzioni per il tabacco riscaldato
La Direttiva del 2014 aveva introdotto il divieto di immettere sul mercato i prodotti del tabacco con un aroma caratterizzante o contenenti aromi (nei filtri, nelle cartine, nelle confezioni, in capsule), ma aveva esentato dal divieto i prodotti del tabacco riscaldato, esentati anche dall’obbligo di recare il messaggio informativo e le avvertenze combinate relative alla salute.
L’esenzione sarebbe restata in vigore fin quando non si fosse verificato un mutamento sostanziale delle vendite, in termini di aumento dei volumi di vendita del tabacco riscaldato di almeno il 10% in almeno cinque Stati membri e vendite al dettaglio superiori a 2,5 % delle vendite totali dei prodotti del tabacco a livello dell’Unione.
La Commissione, in base alla relazione che attesta un mutamento sostanziale della situazione con il tabacco riscaldato che sta diventando un protagonista di primo piano del mercato, ha deciso di eliminare le esenzioni, per cui gli stati membri sono tenuti a conformarsi alle disposizioni della Direttiva.
Che cosa accadrà nella nuova Marlboro Country chiamata Italia?
L’Italia è il paese dell’Unione Europea in cui, in relazione alla popolazione, maggiori sono le vendite di prodotti a tabacco riscaldato: nel 2020, su 19.717 miliardi di stick venduti nei 27 stati dell’Unione Europea, 5.819 miliardi di stick sono stati venduti in Italia.
Questo successo non meraviglia troppo, se si pensa all’appoggio che Parlamento e Governi delle due passate legislature hanno accordato alla lobby del tabacco per lo sviluppo del mercato del tabacco riscaldato. Pensiamo alla pubblicità che l’industria fa a prodotti come IQOS e glo, sui social media, internet, cartellonistica stradale, fiancate dei bus, tabaccai e negozi specializzati gestiti direttamente.
E’ previsto che gli stati recepiscano la Direttiva Delegata sul tabacco riscaldato entro 8 mesi (23 Luglio 2023) e che i provvedimenti entrino in vigore dopo altri tre mesi (23 ottobre 2023) per permettere ai tabaccai di smaltire le scorte. Il recepimento dovrebbe essere in capo al Governo su proposta del Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Economia e quello dello Sviluppo Economico.
Vedremo come andrà, ma ci si può aspettare che la Philip Morris e British American Tobacco non se ne staranno con le mani in mano e lavoreranno sulla divisione tra i settori sanitario ed economici del Governo Italiano che, in questo campo, è stata vista all’opera già nei lavori preparatori di questa Direttiva Europea. Vedi: Le due anime del Governo Italiano in conflitto sulla regolazione del tabacco riscaldato
In quella occasione, i ministeri dell’Economia (nella persona del Sottosegretario Freni), dello Sviluppo Economico (nella persona dell’allora sottosegretario e attuale ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin), delle Politiche Agricole (nella persona dell’allora ministro Centinaio) cercarono in tutti i modi di boicottare l’approvazione di questa direttiva. Con l’intermediazione del Ministero degli Esteri, scavalcavano più volte il Ministero della Salute, competente sull’argomento e deputato a trattare con gli altri stati membri, interloquendo direttamente con la Commissione, tramite l’ambasciatore, capo della rappresentanza italiana a Bruxelles.
Facendosi portatori delle proposte di rinvio dell’industria del tabacco, i ministeri economici ottennero l’unico risultato di schierare l’Italia contro la direttiva insieme a Bulgaria, Slovacchia e Cipro, ma il Parlamento europeo e il Consiglio d’Europa non ritennero di dover sollevare nessuna obiezione e il testo fu approvato come voleva la Commissione.
Quanto vale il tabacco riscaldato per l’industria del tabacco in Italia e quanto ci perde lo Stato
Sul tabacco riscaldato grava oggi una tassa accisa che è il 35% di quella che grava sulle sigarette. L’industria può incassare, in un solo anno, diverse centinaia di milioni di euro in più rispetto a quanto avrebbe fatto vendendo lo stesso quantitativo di sigarette. Con questo fiume di danaro che il Governo regala all’industria, questa può pagarsi tutto l’investimento industriale, l’attività di lobby e pubblicità che le servono per svilupparsi, mentre lo Stato italiano svende la salute degli italiani e si mette in casa un business ingombrante, che sopravvive rendendo le persone dipendenti.
Fonte
COMMISSIONE EUROPEA. RELAZIONE DELLA COMMISSIONE che attesta un mutamento sostanziale della situazione per quanto riguarda i prodotti a base di tabacco riscaldato in linea con la direttiva 2014/40/UE
Tobacco Endgame. Le due anime del Governo Italiano in conflitto sulla regolazione del tabacco riscaldato