L’impatto sui prezzi e l’accessibilità di questi prodotti mortali sarà quasi zero
Rispetto a quanto già previsto, il Governo si propone di aumentare le tasse sulle sigarette di € 1,10 al chilogrammo (22 centesimi a pacchetto), a partire dal 1 Gennaio 2024. Aumenti di simile entità sono previsti per il tabacco trinciato per sigarette fatte a mano, per il tabacco riscaldato e per le sigarette elettroniche.
Secondo il Sole24ore, che ha consultato le principali multinazionali del tabacco, questi aumenti delle tasse provocheranno aumenti dei prezzi dei tabacchi pari a circa 10 centesimi per pacchetto di sigarette combustibili e per quelle a tabacco riscaldato. Aumenti di prezzo simili ci saranno per il tabacco trinciato per sigarette fatte a mano (la busta da 30 grammi, con cui si fanno 60 sigarette, consterà appena 30 centesimi in più).
Da queste cifre, si comprende che il Governo vuole reperire un po’ di soldi ma non vuole deprimere la domanda rinunciando ad una delle leve più importanti per ridurre i consumi e proteggere la salute dal fumo.
Il regime fiscale dei prodotti del tabacco è carente sia perché le sigarette restano molto accessibili, sia per gli sconti fiscali applicati sui liquidi per sigarette elettroniche e sul tabacco riscaldato
Nella situazione economica dell’Italia,in cui la carenza di risorse mette a rischio la tenuta dei sistemi di welfare, come il Servizio Sanitario Nazionale, le multinazionali del tabacco macinano profitti miliardari grazie a una struttura sbilanciata delle tasse sulle sigarette e a sconti fiscali su sigarette elettroniche e tabacco riscaldato. Negli ultimi anni l’accessibilità economica dei prodotti del tabacco non è diminuita perché i Governi non hanno utilizzato la leva fiscale per ridurre i consumi.
I trattamenti di favore, fanno sì che questi prodotti tossici hanno prezzi più bassi in Italia rispetto a quelli praticati in paesi a noi comparabili come Francia e Regno Unito. Così, l’industria può agganciare più ragazzi incoraggiati dal prezzo accessibile, fidelizzarli come clienti a vita, realizzando forti volumi di vendite e, con il ricavato, alimentare le azioni di lobby sulla politica e il marketing.
Prezzo medio ponderato delle sigarette nei Paesi dell’Unione Europea (2022)
Due proposte per ridurre l’accessibilità economica e i consumi dei prodotti del tabacco e ottenere risorse per il Servizio Sanitario
In questi anni, tobaccoendgame (Alleanza per un’Italia senza Tabacco) ha contribuito a formulare due proposte per ridurre i consumi di tabacco, migliorando la salute, e ricavare risorse da destinare al Servizio Sanitario Nazionale.
- UNA TASSA PER LA VITA, proposta sottoscritta da diverse società medico-scientifiche, che richiede di aumentare di 1 euro per pacchetto l’imposizione fiscale sulle sigarette.
- SIGARETTE ELETTRONICHE, IQOS & CO.: BASTA FAVORI AI PRODUTTORI, petizione dell’associazione di consumatori Altroconsumo, per eliminare gli sconti fiscali oggi praticati alle sigarette elettroniche e al tabacco riscaldato.
Abbiamo attualizzato a oggi l’entità delle entrate dello Stato, se queste idee fossero messa in pratica.
Quanti soldi in più andrebbero allo Stato con l’aumento delle accise di 1 euro al pacchetto e quanto si ridurrebbe il consumo di tabacco
Considerando l’aumento e la riduzione dei consumi, lo Stato incamererebbe un extragettito pari a €1.064.785.270.
La stima è stata calcolata ipotizzando un aumento di 1 euro delle accise specifiche per pacchetto di sigarette, tabacco trinciato prodotti del tabacco, incluso sigarette tradizionali, e per unità equivalente di trinciati per sigarette rollate e prodotti del tabacco riscaldato), utilizzando i dati delle vendite del 2022 e i prezzi indicativi dei tre prodotti.
La riduzione dei consumi conseguente agli aumenti (elasticità della domanda rispetto al prezzo) è stata posta, secondo le indicazioni della Banca Mondiale uguale a 0,4. Ciò vuol dire che dopo un aumento del 10% del prezzo i consumi diminuiscono del 4%.
Più importante sarebbe la riduzione dei consumi che, in casi del genere, riguarda soprattutto i giovani e le persone meno abbienti. Secondo l’OMS, una politica, prolungata nel tempo, di aumenti consistenti delle accise sui tabacchi, estesa a tutti i prodotti ed accompagnata dal contrasto al contrabbando, è in grado di ridurre la prevalenza di fumatori e aumentare il gettito fiscale, senza deprimere l’economia.
Quanti soldi in più andrebbero allo Stato eliminando i privilegi fiscali per il tabacco riscaldato? Oltre 1 miliardo di euro all’anno.
In Italia, i prodotti del tabacco riscaldato, come iQOS e glo, godono di una fiscalità di favore con una accisa che è intorno al 30% rispetto a quella che grava sulle sigarette tradizionali.
Nella figura affianco, sono rappresentati i ricavi dell’industria del tabacco nell’anno 2021.
La colonna a destra mostra i ricavi dell’industria dalla vendita di sigarette tradizionali.
La colonna a sinistra mostra i ricavi dalla vendita del tabacco riscaldato. La parte in rosso rappresenta la quota di superprofitti generati dallo sconto fiscale. Questi superprofitti ammontano a €1.136.324.184
Mentre le multinazionali del tabacco prosperano, l’erario perde più di 2 miliardi di euro all’anno, per l’assenza di una equa politica fiscale sui prodotti del tabacco.
Il Governo aumenti l’accisa sul tabacco di 1 euro al pacchetto ed elimini gli sconti fiscali su sigarette elettroniche e tabacco riscaldato per ridurre i consumi e sostenere il nostro Servizio Sanitario che è sottofinanziato e vacilla sotto il peso crescente delle malattie croniche, in parte causate proprio dall’industria del tabacco.
Fonte
Corriere della Sera. Testo della Manovra economica 2024 del Governo
Il Sole 24ORE Tassa sul fumo: le sigarette aumentano da 10 a 12 centesimi a pacchetto, scure anche su quelle elettroniche 24 Ottobre 2023
Carnazza G. Sulle sigarette un’accisa che fa bene alla salute. Lavoce.info 22 Febbraio 2023
Per approfondire
Scheda tecnica sul sistema di tassazione delle sigarette
Conclusioni monografia OMS economia del tabacco
Sommario monografia OMS economia del tabacco
Expanding the tax base, un documento della Banca Mondiale