Il 29 giugno, il Sottosegretario all’Economia del Governo Italiano, Federico Freni, si è recato a Bruxelles per sensibilizzare Commissione e Parlamento sulle ricadute economiche in Italia della proposta di revisione della Direttiva in materia di accise sui tabacchi che dovrebbe riallineare le aliquote dei vari prodotti.

La revisione della Direttiva Europea 2011/64 è necessaria

La Direttiva “Accise” mira ad armonizzare, a livello europeo, il trattamento fiscale dei prodotti del tabacco. Nel 2011, il mercato del tabacco in Europa era basato sostanzialmente su sigarette e prodotti come sigari e tabacco sciolto. Non si erano ancora affermate le sigarette elettroniche e non esistevano i prodotti del tabacco riscaldato.
Attualmente il mercato si è diversificato, l’industria del tabacco e delle sigarette elettroniche offre nuovi prodotti che, grazie all’aggiunta di aromi, sono venduti in diverse varianti, una giungla.
In assenza di dati scientifici consolidati sulla nocività dei nuovi prodotti e di una regolamentazione rigorosa in materia di pubblicità, in particolare sui social media, il marketing è stato martellante.
Il tabacco riscaldato, in Italia, è il secondo prodotto del tabacco più venduto (più del 7% del totale) e le sigarette elettroniche, per cui non sono disponibili dati, vendono anche di più, a giudicare dalla percentuale di consumatori (nel periodo 2020-21, i consumatori di sigarette elettroniche erano il 4,5% della popolazione italiana 18-69 anni e quelli del tabacco riscaldato il 2,1%. Dati Passi).
E’ necessario aggiornare la direttiva, tenendo anche conto del fatto che l’Unione Europea e gli Stati membri, incluso l’Italia, sono Parti della Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco dell’OMS che, all’Articolo 6, considera la tassazione una parte importante della strategia di controllo. (Linee guida per l’applicazione dell’Art. 6.)

Secondo Freni, la tassazione dei nuovi prodotti deve essere agevolata

Il Sottosegretario Freni ha incontrato la Presidente della Commissione Economia On.le Tinagli e gli altri membri italiani della Commissione, oltre al Capo di Gabinetto del Commissario all’Economia Marco Buti, illustrando la posizione del Governo Italiano che, per i prodotti a tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, richiede una tassazione agevolata. (In Italia, l’aliquota sul tabacco riscaldato è il 25% di quella delle sigarette).
Freni sostiene che questi nuovi prodotti sono meno dannosi per la salute e ciò sarebbe “ormai ampiamente riconosciuto da studi scientifici” (sic!). Ma ciò che sta più a cuore al Sottosegretario è che:

  • in Italia, la coltivazione di tabacco e la produzione di prodotti innovativi é oggetto di importanti investimenti da parte dei quattro principali operatori del mercato. La sola Philip Morris International ha già investito oltre 2 Miliardi di Euro.
  • Nel complesso, secondo i dati forniti dal Sottosegretario, gli investimenti industriali e l’acquisto di tabacco coltivato in Italia rendono il settore importante dal punto di vista occupazionale ed economico, con un valore complessivo, stimabile in circa mezzo punto di PIL.

Il Sottosegretario sostiene che l’interesse strategico dell’Italia sarebbe quello di rafforzare il settore del tabacco, puntando ad un trattamento fiscale agevolato rispetto a quello previsto per i prodotti tradizionali. In mancanza, chiede per lo meno, che l’Italia possa essere libera di praticare una aliquota di favore.
Una normativa meno generosa sulle accise metterebbe a rischio i contratti tra industria del tabacco e tabacchicoltori italiani. L’industria potrebbe rivolgersi a paesi, come il Brasile, con bassi costi di produzione.

Perchè Freni sbaglia e la sua posizione rappresenta una minaccia per la salute degli Italiani (ed anche per l’economia del paese)

  1. Il consumo di prodotti del tabacco, in Italia, ha provocato nel solo 2019 poco più di 96.000 morti, di cui 25.600 nella popolazione fino ai 69 anni. Attribuibili al consumo di prodotti del tabacco o all’esposizione al fumo passivo sono: il 24,6% di tutti i decessi per cancro, il 9,8% dei decessi per malattie cardiovascolari, il 45,5% di tutti i decessi per malattie respiratorie croniche, il 6,5% dei decessi per diabete (IHME, 2019). Questi morti pesano sulla coscienza dell’industria del tabacco e dei politici che la appoggiano.
  2. Non è vero che i prodotti a tabacco riscaldato siano a rischio ridotto perché non sono stati fatti studi longitudinali di durata sufficiente a misurare la nocività sul lungo periodo. Questa falsità è quanto afferma l’industria del tabacco e i ricercatori da essa finanziati. Per l’Istituto Superiore di Sanità, non si può neanche affermare che sono meno tossici delle sigarette. Ma anche se fossero meno tossici, non è detto che siano meno nocivi. Basti pensare all’esperienza dei filtri per le sigarette che riduce la tossicità, ma non riduce il rischio e, per giunta, rappresenta un grave inquinante ambientale.
  3. L’industria del tabacco produce e vende un prodotto che causa una forte dipendenza, il suo interesse è agganciare i ragazzi e impedire, a chi vuole smettere, di liberarsi dalla dipendenza affinché resti per sempre un cliente fidelizzato.
  4. La Philip Morris e le altre industrie che stanno tanto a cuore al Sottosegretario Freni hanno ottenuto che sui prodotti del tabacco riscaldato gravi una aliquota pari al 25% di quella che c’è sulle sigarette, ma non hanno ridotto il prezzo degli stick di tabacco riscaldato. Perciò, la Philip Morris per un pacchetto di stick Marlboro Heets (tabacco riscaldato) intasca più soldi di quanti ne ricava dalle vendita di tre pacchetti di tradizionali sigarette Marlboro.
    Da questo punt di vista, si potrebbe dire che gli accordi che l’industria stipula con le organizzazioni dei tabacchicoltori per l’acquisto di tabacco italiano sono più che finanziati dalle agevolazioni fiscali. C’è un’industria che vende prodotti tossici ed è assistita dallo Stato italiano.
  5. Per quanto riguarda il sostegno ai tabacchicoltori, i governanti italiani sarebbero tenuti ad applicare l’articolo 17 della Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco, aiutando i coltivatori a sostituire il tabacco con colture alternative economicamente valide.
    La coltivazione del tabacco, a livello globale, è una delle cause principali della deforestazione e provoca erosione dei suoli. Inoltre, l’uso di prodotti chimici in tabacchicoltura causa avvelenamento e inquinamento delle acque, con impatto negativo sui sistemi idrologici e sulla resa dei sedimenti nelle zone umide.
  6. Sul piano strettamente economico, secondo la Banca Mondiale, il sostegno all’industria del tabacco è controproducente:
    • il tabacco, con il suo effetto sulla mortalità, oltre a determinare costi sanitari diretti, indiretti e intangibili, aumenta la disuguaglianza della mortalità e riduce le capacità produttive del Paese.
    • le tasse sui prodotti del tabacco giocano un ruolo importante nella dinamica dei loro prezzi e comportano grandi benefici per la salute pubblica, andando a beneficio soprattutto delle famiglie a basso reddito.

Come è finita la riunione a Bruxelles

Nel prendere atto della rilevanza degli interessi per l’Italia, i membri italiani della Commissione ECON hanno evidenziato che il Parlamento avrà un ruolo limitato su tale provvedimento, essendo chiamato ad esprimere un parere solo in sede consultiva. Hanno allo stesso tempo ribadito il proprio impegno a portare avanti sul piano politico questa iniziativa che risulta essere trasversale ai gruppi.
Anche da parte del Capo di Gabinetto del Commissario Gentiloni, competente per la Direttiva “Accise”, é stata confermata massima attenzione sul provvedimento.

Per Approfondire

Formiche.net. Chi c’era alla inaugurazione del nuovo centro per l’eccellenza industriale di Philip Morris

L’Industria del tabacco danneggia l’ecosistema

Perché l’aumento delle tasse sul tabacco fa bene all’economia:

  • La linea guida all’articolo 6 della Convenzione Quadro sul Controllo del Tabacco, relativo alla tassazione del tabacco
  • La monografia prodotta dal National Cancer Institute (USA) con l’OMS prende in esame gli aspetti economici del controllo del tabacco, con i contributi di molti tra i più bravi ricercatori nel campo.
  • La pubblicazione della Banca Mondiale Curbing the Epidemic: Governments and the Economics of Tobacco Control  [SINTESI IN ITALIANOArginare l’epidemia: i governi e l’economia del controllo del tabacco]
  • Banca Mondiale. Espansione della base imponibile globale: “Tassazione per promuovere beni pubblici: tasse sul tabacco” (2016):
    La posizione della Banca Mondiale (Patricio V. Marquez, Coordinatore del Programma di controllo globale del tabacco, Banca Mondiale)
    A pesca di stupidi! Il pensiero di George Akerlof, Professore di Economia alla Georgetown University,, Nobel per l’Economia nel 2001


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