La Lettera

Abbiamo ricevuto una lettera firmata dal Professor E. Arosio, Presidente della Società Italiana di Medicina Vascolare, e dal professor L. Antignani, Presidente della Fondazione Italiana Vascolare, che protestano per i contenuti del nostro post del maggio 2020, riguardante l’iniziativa di un programma di formazione dal titolo: “Non bruciamo l’albero cardio vascolare” che le loro organizzazioni portano avanti. Leggi la lettera di protesta e precisazioni.

La prima parte della lettera è dedicata alle ragioni per cui è necessario contrastare la diffusione del tabacco nella popolazione, alle dimensioni del tabagismo in Italia e alla insufficienza degli interventi per la cessazione del fumo. Si evidenzia che da alcuni anni sono in commercio prodotti di tipo nuovo, come le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato che potrebbero costituire uno strumento, almeno nei pazienti affetti da malattie cardiovascolari, per sostituire le sigarette con un prodotto meno tossico. Si citano in proposito alcune istituzioni internazionali che avrebbero, a detta degli scriventi, posizioni di apertura su approcci del tipo che essi propongono.
Nella seconda parte, gli scriventi fanno riferimento al nostro post dal titolo: Il fascino indiscreto di Philip Morris. Ancora una società medico-scientifica ammaliata. La Società Italiana di Medicina Vascolare conquistata alla strategia commerciale Philip Morris del 23 Maggio 2020. Vengono fatte quattro precisazioni:

  • Le affermazioni riportate dal nostro articolo sono in contrasto con quanto dichiarato dagli scriventi nel video “L’albero vascolare e i danni fumo-correlati“.
  • Al pari della SIMV altre importanti società medico scientifiche hanno collaborato con Philip Morris;
  • Il contributo di Philip Morris è stato palese, al pari di quanto avviene nei convegni medici sponsorizzati da parte di industrie del farmaco o dei dispositivi medici che forniscono un sostegno “non condizionato”;
  • Nè il professor Arosio nè il professor Antignani hanno ricavato alcun beneficio economico personale dall’iniziativa in parola.

Nostra replica

  • Ringraziamo i Professori che ci hanno scritto, perchè siamo interessati a una discussione franca e pubblica sulla questione della collaborazione tra Società medica ed Industria del tabacco. Una questione vitale per la medicina italiana e per l’industria del tabacco;
  • Non abbiamo una posizione pregiudiziale sulle ipotesi di “riduzione del danno”, come dichiara il Manifesto dell’endgame. Tuttavia, nel caso dei dispositivi a tabacco riscaldato, l’uso dei termini “riduzione del danno” o “rischio potenzialmente ridotto” è inappropriato e gravemente fuorviante;
  • Il tabacco riscaldato è un prodotto tossico i cui effetti a medio e lungo termine non sono stati chiariti. Fino a quando non sarà dimostrata l’eventuale rischio ridotto (consistentemente ridotto) noi manteniamo una posizione di massima cautela, la stessa del nostro Ministero della Salute. Si guardi in proposito le pagine 11 e 12 del Rapporto su Prevenzione del Tabagismo in Italia nel 2019, che gli stessi Professori citano.

Risposte puntuali alle 4 precisazioni dei professori

  • Non abbiamo travisato le dichiarazioni del Professor Antignani, il quale ha detto proprio così: … quindi la strategia è fumare meglio, eliminando la combustione. Forse era un modo per conquistare la benevolenza dei fumatori, promettendo loro una scorciatoia dalla dipendenza. Non sappiamo.
  • Altre società scientifiche hanno collaborato con l’industria del tabacco, questo non fa che aumentare le nostre preoccupazioni. C’è una offensiva della Philip Morris per conquistare il favore dei medici. Noi critichiamo tutte queste associazioni, come si potrà vedere in fondo a questo post. E invitiamo tutte le società scientifiche a sottoscrivere la dichiarazione per l’indipendenza della scienza dall’industria del tabacco promossa dall’Istituto Mario Negri e da Tobacco Endgame.
  • La sponsorizzazione dei convegni è pratica comune, è vero. Ma è lecito equiparare la sponsorizzazione dell’industria del tabacco con quella dell’industria del farmaco? Non abbiamo mai visto un farmaco che ammazza un consumatore su due, come fa la sigaretta. L’industria del farmaco è un’alleata della medicina, una alleata che può diventare invadente, d’accordo, ma come si fa a metterla sullo stesso piano dell’industria che è la causa della morte di 8 milioni di persone nel mondo ogni anno?
  • Il Professor Arosio e il Professor Antignani non hanno ricevuto compensi personali per la partecipazione a “Non bruciamo l’albero vascolare”. Non lo abbiamo mai detto nè pensato. Altrimenti non avremmo profuso tanto impegno nel criticarli.

Le vere posizioni delle istituzioni internazionali citate dai Professori

Nella lettera, dei Professori si afferma che le “Autorità di molti Paesi si sono espresse a favore delle sigarette elettroniche e del tabacco riscaldato” e si citano alcune istituzioni sanitarie di Olanda, Australia, Giappone e Germania e tanti altri (sic). Ora, quì di seguito riassumiamo le posizioni di questi enti, tranne quella dell’Istituto Giapponese, il cui sito web non riporta informazioni sul tabacco riscaldato. Abbiamo scritto loro per avere notizie.

  • National Institute for Public Health and the Environment (The Netherlands):
    Assessment of health effects of alternative tobacco products:
    Nonostante si presuma che siano meno dannosi delle sigarette, i prodotti per la riduzione del danno sono comunque dannosi anche per la salute dell’utente. Utilizzando prodotti per la riduzione del danno, gli utenti inalano altre sostanze – potenzialmente dannose – o inalano le stesse sostanze in altre quantità. La maggior parte di questi prodotti sono abbastanza nuovi, motivo per cui mancano conoscenze adeguate per valutare gli effetti precisi sulla salute. Ad esempio, gli effetti a lungo termine e gli effetti sulla popolazione nel suo insieme non sono ancora chiari. Sono necessari ulteriori dati, ad esempio sul comportamento del fumatore, al fine di valutare appieno la loro nocività.
  • Royal Australian College of General Practitioners. Richiesto di un parere dal Dipartimento di Salute del Governo Australiano, in merito alla richiesta di Philip Morris International di modificare lo standard sui medicinali / prodotti chimici per portare in Australia i prodotti a tabacco riscaldato, il RACGP così si esprime: Come per le sigarette elettroniche contenenti nicotina, i rischi a lungo termine non sono stati stabiliti e sono necessarie ulteriori ricerche per accertarne la sicurezza. Le affermazioni che i prodotti del tabacco riscaldato presentano un rischio inferiore sono state confutate. Il RACGP raccomanda vivamente di rigettare l’emendamento proposto e adottare un approccio protettivo e precauzionale ai prodotti a tabacco riscaldato.
    Per completezza: del RACGP Consigliamo di guardare Tobacco smoking: options for helping smokers to quit, un’accurata linea guida rivolta ai medici di famiglia. Illustra il metodo delle 5A, il counseling e la farmacoterapia (Vareniclina, Bubropione, terapia sostitutiva con Nicotina (vedi in Italiano le linee guida dei Centri Antitabacco).
  • L’unica dichiarazione del BfR (Federal Institute for Risk Assessment) della Germania, riguardo a Heated Tobacco Products, risale al 2018. Ed è una comunicazione del Vice Presidente Reiner Wittkowski, a una riunione di esperti OMS. Secondo il comunicato stampa, egli avrebbe detto: “Il gran numero di nuovi prodotti sul mercato del tabacco e della nicotina pone sfide completamente nuove alla valutazione del rischio … Uno studio condotto da ricercatori del BfR e dell’Istituto Sigmaringen ha mostrato che i riscaldatori del tabacco producono meno sostanze nocive, in quanto ad agenti cancerogeni, rispetto ai prodotti convenzionali. Tuttavia, sono ancora possibili danni alla salute”.
    Ricordiamo che in Germania, l’Istituto di Salute Pubblica è il Robert Koch Institute.

Forse la fonte cui hanno attinto i Professori Arosio e Antignani è GOVERNMENT AGENCY ASSESSMENTS OF HEATED TOBACCO PRODUCTS.
Facciamo educatamente presente che si tratta di una pagina della Philip Morris International che, per lunga tradizione, non fa tanta differenza tra scienza e marketing. Si guardi in proposito l’articolo BISOGNA FIDARSI DELLE COMPAGNIE DEL TABACCO? sulla cospirazione dell’industria del tabacco per insinuare dubbi sulla nocività del tabacco, ed in particolare LA SCIENZA ASSERVITA AL MERCATO.

In Conclusione

  • Combattiamo ogni forma di pacificazione tra mondo della salute e industria del tabacco. Il problema del tabacco E’ l’industria del tabacco.Prima della nascita della moderna industria a cavallo tra ‘800 e ‘900 il consumo di tabacco esisteva ma non era una epidemia e soprattutto non aveva provocato l’epidemia di cancro del polmone. E’ stata una industria efficiente e cinica che ha creato un mercato nazionale in USA e poi un mercato mondiale, fidelizzando sempre nuove fasce di consumatori inventando il marketing moderno, un’industria che nella storia ha mostrato di saper essere feroce e aggressiva e che veste i panni dell’agnello solo per far abboccare i gonzi.
  • Meraviglia l’attivismo di società scientifiche, fino ad ora disattente ai prodotti per smettere di fumare di cui è dimostrata l’efficacia (sostituti della nicotina, vareniclina, ibupropione, altri sono in fase di sperimentazione), disattente ai progressi dei trattamenti basati sull’approccio cognitivo comportamentale, che ora si aprono a prodotti i cui rischi sono ancora ignoti.
  • Qualsiasi strategia di riduzione del danno dovrebbe basarsi su alcuni pre requisiti imprescindibili: produttore del prodotto a rischio ridotto diverso dal produttore di tabacco, rigida regolamentazione della rete di distribuzione, sottrazione al libero mercato.
    Chi pensa alla strategia della riduzione del danno come un supermarket dove il fumatore entra e prende la nicotina di cui ha bisogno dai cerotti, oppure dagli snus, oppure dalla sigaretta combustibile, da quella non combustibile sta inquinando le parole. Non è una strategia di salute, è marketing aziendale.

Per approfondire