I dati smentiscono le affermazioni dell’industria del tabacco

Nel ventennio 1980-2000 la prevalenza di fumatori in Italia è diminuita di oltre dieci punti percentuali. Nei successivi quindici anni la riduzione è stata meno marcata (solo 2,5 punti percentuali in meno). Dal 2015 al 2023 la prevalenza di fumatori è rimasta pressoché stabile sui valori tra il 19.8% e i 19.6%.
La diminuzione è avvenuta sostanzialmente tra gli uomini tra i quali la prevalenza si è più che dimezzata, mentre tra le donne ha oscillato tra il 15% e il 17% per tutto il periodo. Come conseguenza le due linee di tendenza si sono via via avvicinate.

 Prevalenza di fumatori nella popolazione italiana di 14 anni e più (dati ISTAT 1980-2023)

Gli ultimi dieci anni in cui la frequenza di fumatori ha smesso di scendere, sono stati quelli dell’introduzione e del successo delle sigarette elettroniche e dei prodotti a tabacco riscaldato. L’industria sostiene tuttora che, la presenza sul mercato di questi nuovi prodotti riduce il numero di fumatori perché questi preferiscono passare ai nuovi prodotti del tabacco che, secondo l’industria, sono meno tossici delle sigarette tradizionali. Ma ciò non sta avvenendo.

C’è da segnalare anche che i dati Istat sono coerenti con i dati ottenuti dall’indagine annuale condotta, come ogni anno, dalla DOXA e dall’Istituto Superiore di Sanità e con i dati della Sorveglianza PASSI dell’Istituto Superiore di Sanità.

Sigarette Elettroniche e Prodotti a tabacco riscaldato non sono alternativi ma aggiuntivi alle sigarette tradizionali

L’Istat ha anche reso pubblici i primi dati sull’uso di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato.
Nel 2021, le persone dai 14 anni in su che hanno dichiarato di usare sigarette elettroniche e/o prodotti a tabacco riscaldato sono state il 4,1% della popolazione, in termini assoluti circa 3 milioni di persone delle quali:

  • il 71% è composto da fumatori che consumano sia sigarette tradizionali sia uno o entrambi i prodotti elettronici.
  • Il 5% sono persone che non avevano mai fumato sigarette tradizionali.
  • Il 24%, circa uno su quattro, sono ex-fumatori.

Chi sono questi ex-fumatori? Non lo sappiamo.
Essi possono essere, in parte, soggetti che hanno smesso di fumare sigarette tradizionali, sostituendole completamente con i prodotti elettronici e, in parte, soggetti che avevano già smesso di fumare sigarette tradizionali e che, successivamente, hanno ripreso a consumare nicotina con un dispositivo elettronico.

Questa figura suggerisce che la promessa di un “mondo senza fumo” (Philip Morris) o di un “domani migliore” (British American Tobacco) ottenuti grazie ai prodotti elettronici che sostituiranno le sigarette tradizionali, è basata su una ipotesi sbagliata: i nuovi prodotti sono usati soprattutto da fumatori e non sostituiscono le sigarette tradizionali ma si aggiungono ad esse. E possibilmente hanno la funzione di mantenere agganciati alla nicotina e al tabacco fumatori che potrebbero smettere.
D’altra parte, a questa conclusione sono giunti anche gli studi scientifici indipendenti, incluso quelli di tipo prospettico come lo studio effettuato in Italia da Gallus ed altri.
Intanto, molti ingenui continuano a credere a questa lusinga. Per l’ennesima volta l’industria del tabacco prende all’amo chi non ne conosce la storia.

Fonte

Istat. Banca dati i.stat. da Indagine Multiscopo – Aspetti della vita quotidiana : Abitudine al fumo anni 2022-2023  
Istat. Sigaretta elettronica e prodotti a tabacco riscaldato, un consumo in lento aumento. Istat Today 3 Gennaio 2023

Gallus S, Stival C, McKee M, et al Impact of electronic cigarette and heated tobacco product on conventional smoking: an Italian prospective cohort study conducted during the COVID-19 pandemic Tobacco Control 2024;33:267-270.