Grandi manovre attorno alla Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco in Italia
La lobby del tabacco si è mossa per interferire nella Conferenza della Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco dei giorni 8-13 Novembre 2021, in diversi modi, a livello di Ministeri e cercando di orientare il dibattito sul tabacco. Già nel 2019 un’inchiesta della Reuters aveva fatto luce sulle tattiche di Big Tobacco per sovvertire la Convenzione. Ma, qualcosa del genere stava avvenendo anche in Italia.
Nel corso della Conferenza svoltasi nel 2018 a Ginevra (COP8), i rappresentanti del Ministero dello Sviluppo Economico si erano battuti per far passare una posizione italiana in contrasto con quella dell’Unione Europea, mirando a classificare i prodotti a tabacco riscaldato come prodotti a rischio potenzialmente ridotto (leggi il post), ma alla Conferenza dell’8 Novembre 2021 è successo di peggio.
La delegazione italiana era composta da 12 partecipanti, di cui cinque dal Ministero della Salute e sette di altre amministrazioni: Politiche Agricole, Economia, Esteri, Dogane e Monopoli, oltre alla Rappresentanza presso l’Unione Europea.
Come già avvenuto nelle precedenti edizioni, la Conferenza era stata preparata dal Segretariato dell’OMS che aveva predisposto una serie di documenti preparatori. I paesi europei, coordinati dalla Slovenia, avevano concordato un sostanziale appoggio alle proposte del Segretariato della Convenzione e dell’OMS.
Come altre volte, i membri della delegazione italiana avevano dibattuto vivacemente all’interno, ma questa volta i Ministeri economici e quello delle politiche agricole hanno formalizzato con un documento la loro comune posizione contraria a quella dell’Unione Europea.
LA POSIZIONE COMUNE DEI MINISTERI NON SANITARI: ANNACQUARE, SVUOTARE
Quando i funzionari del Ministero della Salute hanno cominciato a leggere il documento intitolato “Posizione comune MISE-MEF-MIPAAF sui documenti della Commissione Europea per la COP9″, saranno sobbalzati sulla sedia: era la prima volta che i delegati dei Ministeri non sanitari esprimevano una posizione in merito a un trattato internazionale che protegge la salute dal tabacco, tenendo fuori proprio quelli del Ministero della Salute, l’interlocutore principale dell’OMS nel campo del controllo del tabacco.
Il MISE è il Ministero dello Sviluppo Economico, il MEF è quello dell’Economia, il MIPAAF quello delle politiche agricole. Dovevano essere evidentemente preoccupati per la piega che rischiava di prendere la Conferenza, a giudicare dai documenti preparatori e dal fatto che la Presidenza Slovena della UE aveva espresso una posizione sostanzialmente favorevole alla documentazione dell’OMS. Per questo avevano sentito il bisogno di coordinarsi e formalizzare il loro punto di vista per iscritto? Ma, che cosa dice la loro posizione comune? Siamo in grado di rivelarlo.
Cosa pretendono i tre Ministeri?
1. Non si dovrebbe cercare di comprendere l’impatto dei nuovi prodotti immessi sul mercato
La prima cosa che non accettano è il punto 4.1 della bozza di report che riguarda l’attuazione degli articoli 9 e 10 della Convenzione dell’OMS, in base ai quali i produttori devono rendere noto ai governi il contenuto dei loro prodotti. In particolare, non va bene il mandato che la Conferenza intende dare al gruppo di esperti dell’OMS e del Segretariato della Convenzione, in vista della prossima Conferenza delle Parti che si terrà nel 2022, perché include due temi tabù:
– l’impatto dei nuovi prodotti del tabacco (sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato);
– l’importanza di ulteriori azioni specifiche (ad es. capacity building, finanziamento, creazione di un hub di conoscenza) necessarie per mettere in pratica le raccomandazioni chiave.
In altre parole, il comitato di esperti dovrebbe evitare di valutare l’impatto dei nuovi prodotti e le implicazioni pratiche per il controllo del tabacco e non bisogna dotarsi di strumenti operativi per controllare l’impatto di salute dei nuovi prodotti del tabacco.
2. Non si dovrebbe regolamentare i filtri ventilati delle sigarette

Il secondo punto che non sta bene a questi Ministeri è quello in cui la Conferenza prende atto e accoglie con favore la relazione sulla ventilazione delle sigarette (leggi la traduzione in Italiano) che ha ulteriormente esplorato come la caratteristica del design della sigaretta rappresentata dal filtro ventilato possa essere fuorviante, finendo per nuocere ai consumatori.
In questo caso, i tre ministeri richiedono che si prenda atto della relazione ma non si usi il termine: “si accoglie con favore”.
I filtri dotati di fori di ventilazione, rappresenta una tecnologia che favorisce l’attrattività delle sigarette, la preferenza del prodotto e riduce la percezione del rischio da parte dei consumatori, ma non riduce il rischio di malattie. Per approfondire questo tema, leggi l’irrisolvibile problema del filtro.
3. Rinviare ogni decisione sui nuovi prodotti del tabacco
Il terzo punto che non va bene ai tre Ministeri, è la relazione su sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato.
In questo caso i tre Ministeri fanno un ricamo: inserendo un “prende nota” al posto di un “ribadisce” e, soprattutto un “… rinviando qualsiasi decisione alla COP10”, la prossima Conferenza, cercano di guadagnare tempo evitando che si possa mettere in discussione la politica italiana di sostanziale incentivazione dei nuovi prodotti del tabacco.
Inoltre, i tre Ministeri sostengono che l’Italia NON vede con preoccupazione la crescita del mercato dei prodotti a tabacco riscaldato, che le misure della Convenzione NON dovrebbero, ma POTREBBERO essere estese al tabacco riscaldato.
4. Le valutazioni sulla salute NON devono intralciare quelle commerciali e le classificazioni doganali
5. OMS e Unione Europea non devono mettere il naso sulla tassazione dei prodotti del tabacco, tantomeno sui vantaggi fiscali che l’Italia accorda ai prodotti a tabacco riscaldato.
Cosa ha risposto il Ministero della Salute
Con una lettera dal tono abbastanza fermo, il Ministero ha risposto che, in merito al controllo del tabacco, esistono interessi contrastanti, ma tra tutti deve prevalere il diritto costituzionale alla salute. Il primato della salute è lo stesso principio cui si ispira la Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco, che è un trattato sanitario.
Il peso della lobby del tabacco


Ma, ci domandiamo: chi ha scritto il documento che riporta la posizione congiunta dei tre ministeri? Deve trattarsi di persone che ha competenze su diversi argomenti molto tecnici. Viene il sospetto che il “taglia e cuci” sia opera di chi quelle sigarette le conosce bene perché le produce.
Quanto accaduto dimostra che, in Italia, la lobby del tabacco è diventata troppo invadente.
Il nostro paese si è illuso quando, facilitando la costruzione dei loro impianti industriali in Italia perché creano occupazione e promuovendo la stipula di accordi per l’acquisto di tabacco coltivato in Italia, ha steso un tappeto di velluto per le compagnie multinazionali che fatturano miliardi lucrando su una dipendenza, quella da tabacco, che provoca 8 milioni di morti all’anno nel mondo.
Ora, questi interessi si sono consolidati in Italia e chiedono il conto. Quello che è accaduto oggi si ripeterà, perché Big Tobacco vuole svuotare la Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco.
STRATEGIE PER SOVVERTIRE LA CONVENZIONE
- Far spostare, in ogni paese, la titolarità per i problemi del tabacco dai Ministeri della salute a Ministeri diversi (finanze, commercio, ecc.), riducendo il peso della salute nelle delegazioni che partecipano alle Conferenze delle Parti
- Contenere, neutralizzare, ri-orientare, annacquare il testo delle disposizioni delle Conferenze delle Parti della Convenzione
- Mantenere le questioni del tabacco nella cornice degli accordi commerciali
- Usare terze parti, come le associazioni dei tabaccai o dei coltivatori per fare valere le proprie ragioni
- Coinvolgere i media sulle questioni relative al tabacco e generare dibattiti pubblici per influenzare i decisori
- Fare pressioni su legislatori, burocrati e altri funzionari governativi
Fonte
Posizione Comune MISE-MEF-MIPAAF sui Documenti della Commissione Europea per la COP9