I livelli di nicotina nelle sigarette, o anche in tutti i prodotti del tabacco combustibile, potrebbero essere regolati per ridurre l’uso del tabacco tra i fumatori attuali e impedire che nuovi fumatori diventino dipendenti. I livelli di nicotina potrebbero essere ridotti gradualmente, in un periodo di 10-15 anni, o più bruscamente.

I prodotti a base di nicotina meno tossici, come cerotti e gomme da masticare, potrebbero essere promossi riducendo i loro costi e aumentandone la disponibilità.

Per un approccio di questo tipo sarebbe necessario stabilire i livelli di nicotina adeguati e individuare un’autorità di regolamentazione sull’industria del tabacco. Inoltre si dovrebbe limitare severamente il marketing e la disponibilità del tabacco, per garantire il predominio del mercato da parte dei prodotti “puliti”.

I rischi potenziali sono che l’industria del tabacco commercializzi i prodotti del tabacco a ridotto contenuto di nicotina come “più sicuri” o “approvati dal governo”, promuovendone così la diffusione e l’uso sostenuto anche tra persone che altrimenti non sarebbero dipendenti o smetterebbero di fumare. Nel caso i livelli di nicotina non fossero ridotti in tutti i prodotti del tabacco, il tabacco a basso contenuto di nicotina potrebbe essere usato come prodotto starter per passare poi a prodotti con livelli di nicotina maggiori. Un effetto “starter” che potrebbe verificarsi anche con i prodotti farmaceutici che rilasciano nicotina. Inoltre, i fumatori potrebbero trovare modi per aggiungere altra nicotina ai prodotti del tabacco, e l’industria potrebbe offrire nuovi prodotti di accompagnamento per sostenere la dipendenza dalla nicotina. Per verificare che i prodotti siano conformi alle norme sarebbero necessarie analisi di laboratorio e divieti dei prodotti che aggiungono nicotina alle sigarette (ad es. spray o nicotina iniettabile). Un’ulteriore preoccupazione é la compensazione: i fumatori di tabacco a nicotina ridotta potrebbero fumare di più o più intensamente per mantenere il loro consueto livello di nicotina, aumentando la loro esposizione alle sostanze tossiche liberate dalla combustione.

La ricerca sulle sigarette a basso contenuto di nicotina è ancora limitata, ma mostra che coloro che fumavano tali sigarette (più di due sessioni di 8 ore), per 6 settimane e per più di 6 mesi, non hanno compensato la riduzione della nicotina assorbita fumando più sigarette o fumando più intensamente. Anche il loro livello di esposizione a sostanze tossiche da combustione è rimasto stabile e, in alcuni casi, si è ridotto. Un confronto di due tipi di sigarette a nicotina ridotta ha mostrato che una maggiore riduzione della nicotina è associata a tassi più alti di astinenza (1 mese dopo un trial di 6 settimane).

 


Per approfondire:

  • Benowitz NL, Henningfield JE. Establishing a nicotine threshold for addiction. The implications for tobacco regulation. N Engl J Med 1994;331:123–5.
  • Henningfield JE, Benowitz NL, Slade J, et al. Reducing the addictiveness of cigarettes. Council on Scientific Affairs, American Medical Association. Tob Control 1998 Autumn;7:281–93.
  • Dermody SS, Donny EC, Hertsgaard LA, et al. Greater reductions in nicotine exposure while smoking very low nicotine content cigarettes predict smoking cessation. Tob Control 2015;24:536–9.
  • Gray N, Henningfield JE, Benowitz NL, et al. Toward a comprehensive long term nicotine policy. Tob Control 2005;14:161–5.
  • Henningfield JE, Benowitz NL, Connolly GN, et al. Reducing tobacco addiction through tobacco product regulation. Tob Control 2004;13:132–5.
  • Hatsukami DK, Perkins KA, Lesage MG, et al. Nicotine reduction revisited: science and future directions. Tob Control 2010;19:e1–10.