Appello a favore dell’aumento dei prezzi del tabacco Novembre 2018:

Al Ministro della Salute On.le Giulia Grillo
Al Presidente e ai Membri della Commissione Igiene e Sanità del Senato
Al Presidente e ai Membri della Commissione Bilancio del Senato
Al Presidente e ai Membri della Commissione Affari Sociali della Camera
Al Presidente e ai membri della Commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera

L’aumento dei prezzi dei tabacchi allunga la vita e aumenta il gettito fiscale!

Il Governo intende aumentare di 10 centesimi al pacchetto le accise sui tabacchi, ma l’aumento dovrebbe essere di almeno 1 – 2 euro al pacchetto: la tassazione dei tabacchi è innanzitutto un arma per la salute.

Il tabacco provoca malattie, disabilità, morti premature, perdita di produttività per l’intera economia del Paese, oltre a danni ambientali. Secondo le principali istituzioni economiche internazionali, come la Banca Mondiale, le paure che hanno frenato i Governanti nel praticare politiche dei prezzi, sono in gran parte infondate: nella grande maggioranza dei paesi che hanno adottato politiche fiscali, come l’aumento delle accise sui tabacchi, non si sono verificate perdite di posti di lavoro, non si sono ridotte le entrate fiscali, anzi il gettito è aumentato. L’aumento dei prezzi ha ridotto il numero di fumatori apportando benefici senza precedenti per la salute, senza danneggiare le economie (World Bank, 1999. World Bank, 2016).

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, rileva che le tasse per la salute stanno diventando sempre più utilizzate, non solo per aumentare il gettito, ma anche come strumento per modificare i comportamenti a rischio dei consumatori: tra 2016 e 2017, venticinque Paesi membri dell’OECD hanno deciso aumenti sistematici delle tasse sui tabacchi (OECD, 2017). Non l’Italia in cui da anni le accise aumentano di 3-4 centesimi a pacchetto, per lasciare invariate le entrate fiscali e aumentare i profitti delle industrie del tabacco, senza indurre nessuno a smettere, visto che di un aumento della spesa annua per le sigarette di 35 euro, un fumatore manco se ne accorge.

Prezzi al dettaglio di un pacchetto di sigarette premium nei Paesi Europei (in sterline nel 2017)

 

In Italia il prezzo di un pacchetto di sigarette Premium è sotto i 5 Euro, contro i 16€ dell’Australia, gli oltre 10€ di Norvegia, Irlanda e Regno Unito. Dalla Svizzera, dove il prezzo è sopra i 7€, i fumatori vengono a comprare le sigarette in Italia.

 

 

Nell figura i prezzi sono espressi in Sterline inglesi.

L’aumento del prezzo del tabacco è l’intervento più efficace per la riduzione della frequenza di consumatori di tabacco: ad un aumento del 10% del prezzo, i consumi diminuiscono, in media, del 4%. Questo è stato visto essere vero anche in Italia (Gallus et al., 2003). Per questo la Convenzione Quadro per il Controllo del Tabacco, il trattato internazionale del proposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e ratificato da 181 paesi, fra cui l’Italia, individua (art. 6) le politiche fiscali e dei prezzi quale uno dei mezzi più efficaci per influenzare la domanda. Le Linee Guida per l’implementazione dell’Articolo 6 della Convenzione relativo alla tassazione, forniscono indicazioni per l’applicazione di una politica fiscale appropriata, finalizzata a proteggere la salute, ridurre il numero di fumatori ed aumentare il gettito fiscale. Queste, tra l’altro, raccomandano “processi regolari di adeguamento o procedure per la rivalutazione periodica dei livelli di imposizione fiscale sul tabacco”.

L’aumento della tassazione sul tabacco, oltre ad essere l’intervento più efficace per ridurre la diffusione del tabacco, lo è anche per ridurre le disuguaglianze (U.S. National Cancer Institute and World Health Organization, 2016). Ma gli aumenti dei prezzi devono riguardare tutti i prodotti del tabacco in modo equiparabile, così da scoraggiare i consumatori dal sostituire un prodotto con un altro più economico, come sta avvenendo in Italia con il passaggio di molti fumatori dalle sigarette confezionate a quelle rollate a mano. Già di per sé il fumo di tabacco pesa in modo sproporzionato sulla salute delle persone più povere; se l’incremento dei prezzi è diseguale, i prodotti più dannosi, come il tabacco sciolto, diventano in proporzione più accessibili, aumentano ancora di più le disuguaglianze sociali associate al tabacco.

Abbiamo bisogno di ridurre il rischio di ammalarsi. E’ necessaria una leadership politica coraggiosa e lungimirante che faccia propria questa impresa di civiltà pensando alle generazioni future, e non a difendere l’utile economico immediato di una industria profondamente egoista.

Più coraggio nel difendere la salute!  

Il Gruppo promotore di Tobacco Endgame (www.tobaccoendgame.it)

Fabrizio Faggiano – Associazione Italiana di Epidemiologia – Università del Piemonte Orientale

Vincenzo Zagà – Società Italiana di Tabaccologia

Lalla Bodini – Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione

Maria Sofia Cattaruzza – Società Italiana di Igiene

Paolo D’Argenio – Associazione Italiana di Epidemiologia

Silvano Gallus – Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS

Giuseppe Gorini – Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica, Firenze

Giacomo Mangiaracina – Agenzia Nazionale per la Prevenzione

 


Riferimenti